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Inviato da Wanda Gruenwald il 06/03/14 – 21:03

UNA VITA  PER CAPIRE CHI E’ IL BAMBINO

 

Mario, Presidente onorario del Movimento di cooperazione educativa, membro del Comitato d’onore della XXX° RIDEF 2014, generoso fondatore della Casa delle Arti e del gioco di Drizzona, per tutti autore di ’Cipì’, del ‘Soldatino del Pim pum pà’, del ‘Paese sbagliato’, non è più con noi. 

Lascia a noi e alla scuola italiana  un’eredità impegnativa e preziosa.

Gli inizi

 ‘Un collega  mi informò che a San Marino si riunivano dei maestri “un po’ matti”Da lì venne la scoperta del bambino, e fu tutto un apprendere…Ignorando la cultura del bambino, che è globale, non disciplinare, rischiamo di distruggerla, come fa il colonialista’.

Stare con i bambini ( cosa si impara da loro)

  • la mia vita professionale è iniziata  da giovane maestro ignorante che era stato mandato allo sbaraglio a insegnare senza aver mai visto un bambino scolaro. Mi accorsi che i bambini non ci stavano. Era una finta.’
  • "Mi sembrava straordinario ( nell’esperienza di Tolstoi) che i bambini andassero a scuola portando il loro mondo".
  • Provai a far scrivere dei racconti invece di temi’
  • La scienza ci mostrò come il bambino esprima una sua cultura, come la cultura dell’uomo non inizi da quando si va a scuola ma da quando si nasce.’
  • ‘cominciare dal bambino’

(dai materiali del convegno di Fano 1991 ’40 anni di ricerca didattica 40 anni di movimento  pedagogico’, nel  bollettino ‘Informazioni MCE’ n. 1/1992:

Da Mario abbiamo  imparato:

  • l’abbassarsi al livello del bambino per consentirgli di realizzarsi nella sua interezza
  • la forza delle idee che si traducono in pratiche feconde
  • l’umiltà e la pacatezza nel sostenere i propri principi etici
  • il senso del bene comune ( nelle riprese fatte da Cesare De Seta nella classe di Mario, il maestro, dopo una sessione della cooperativa di classe, commenta: ‘E’ fondamentale apprendere a render conto agli altri, soprattutto nell’Italia di oggi….’)
  • la convinzione dell’esistenza e della dignità di una cultura infantile
  • il darsi con generosità
  • la ricerca a tutto campo, l’approccio a tutte le forme di conoscenza artistica, scientifica, letteraria, tecnica,…)
  • che a qualsiasi età della vita si può essere facilitatori e garanti dei diritti dei bambini e delle bambine

Quale scuola per quali cittadini

 

La scuola, così com’è, è fatta per formare uomini-servi invece che uomini liberila libertà, la democrazia, il cristianesimo non s’imparano se non si vivono subito tra i banchi della scuola’

( in ‘Cominciare dal bambino’, Einaudi, Torino, 1977, p. 20)

 ‘Se la scuola non si preoccupa di liberare i bambini da qualsiasi inibizione o paura, educandoli alla democrazia, alla collaborazione e alla libertà, come si può pensare di edificare una nuova società, di uomini diversi, pronti a privilegiare il sociale rispetto all’individuale? Allora, come spezzare questa catena autoritaria? Come uscire da questo circolo vizioso? Come fare per liberarsi dal sistema di insegnamento tradizionale? 

( da ‘Mario Lodi maestro della Costituzione’ di Anna Masala ed. Junior  Bergamo 2007, p. 45)

L’uomo libero non è proprietà di nessuno. Tanti uomini liberi insieme possono diventare una forza invincibile capace di cambiare il piccolo mondo dove vivono e l’intera società. Per liberare questa forza bisogna cominciare dal bambino, che è sotto a tutti, proprietà di tutti e senza difese

( ‘Cominciare dal bambino’, p. 68)

La scuola come la pensava Mario sarà una comunità in cui tutti i bambini si sentano uguali, , fratelli, non classificati e gerarchizzati secondo criteri di ‘merito’: facendo della scuola ‘una comunità democratica, educativa ed educante: eticamente “antiautoritaria” perché fondata sulla comprensione, sul dialogo, sulla collaborazione: “ socialmente aperta”perché costruita su una vasta rete di rapporti con l’ambiente.’

( M. T. Ciscato Gasparella, ‘Dalla dimensione etica alla dimensione socio-politica nell’opera educativa di Mario Lodi’ in ‘Ricerca educativa e conflittualità sociale’ a cura di R. Finazzi Sartor, Morelli ed., Verona, 1983, p. 50)   

 

Grazie, Mario. Continueremo sulle  tracce del tuo esempio così come le nostre energie e il nostro impegno quotidiano ci consentiranno  con la pratica, la riflessione, la cooperazione.

 

                                                              Giancarlo Cavinato


                                           Segreteria del Movimento di cooperazione educativa