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Inviato da Sylviane Amiet il 08/11/19 – 10:21

 

LA PEDAGOGIA FREINET OGGI: QUALI PROSPETTIVE?

Non fermarsi a Freinet, per rispetto a Freinet. 

La pedagogia Freinet si inserisce nel quadro dei movimenti delle ‘écoles nouvelles’. 

E’ importante riconoscere debiti e crediti culturali e pedagogici.

La psicanalisi ha messo in rilievo il ruolo della storia personale e familiare dei soggetti, delle primissime esperienze di vita che possono condizionare le tappe successive dello sviluppo e il raggiungimento di un equilibrio per una vita affettiva e cognitiva ricca e serena. 

Il movimento della scuola moderna fondato da Freinet come considera l’apporto della ricerca psicanalitica per un’emancipazione dai condizionamenti? 

Dagli inizi del XX secolo abbiamo assistito a un grande sviluppo delle scienze umane e sociali: l’antropologia culturale, la sociologia, la linguistica, la storia; e delle scienze della natura, della fisica, delle matematiche  e della mente. 

La nostra conoscenza del mondo e della realtà si è 

 profondamente trasformata dal secolo XVII, passando da una visione ‘tolemaica’ del mondo a una visione ‘galileiana’. Ma nel XX secolo gli studi di Einstein, Bohr e altri fisici hanno rimesso in discussione tutti i nostri sistemi conoscitivi. 

Lo stesso criterio di oggettività della scienza è stato rimesso in discussione dal principio di indeterminazione di Eisenberg che mette in luce il ruolo  dell’osservatore  che non è più considerato neutrale ma influisce sul sistema osservato, modificandolo. 

Questo principio non può non avere conseguenze sul modo di osservare e valutare i nostri alunni.

Freinet era aperto a tutte le innovazioni e agli apporti che ampliavano il campo dei saperi e delle forme di ricerca e comunicazione. 

La sua polemica è rivolta contro una scuola trasmissiva che si attarda a far apprendere a memoria la data della battaglia di Azincourt. Non può quindi  non tener conto delle profonde trasformazioni che hanno sconvolto i  vecchi quadri disciplinari avvenute nel corso del 900. . Proseguire sulle sue tracce rende necessario assumere tutte le ricerche e le nuove discipline via via emergenti: comprese le ‘discipline-incrocio’ che spostano e ampliano i confini delle materie scolastiche (ecologia, ecologia della mente, teoria dei sistemi,…). In particolare dobbiamo lavorare a costruire connessioni fra ambiti diversi del sapere e flessibilità mentale. 

Dai tempi di Freinet la ricerca in campo educativo ha approfondito aspetti non sufficientemente considerati in precedenza: le teorie curricolari, l’apporto di Vygotsky alla pedagogia psicologica, il sociocostruttivismo, le ricerche sui neuroni specchio, l’ecologia della mente, le teorie della complessità richiedono un confronto e un approfondimento- e un aggiornamento- sugli aspetti pedagogici e metodologici che Freinet aveva definito un secolo fa: il metodo naturale, il tatonnement experimental, la ‘psicologia sensibile’.

Dobbiamo interrogarci su cosa intendiamo oggi per ‘ricerca’ a scuola e in ambito educativo. 

 

L’altro aspetto su cui è fondamentale interrogarsi alla RIDEF è la costruzione dell’idea di mondo e di futuro, anche sull’onda degli stimoli proposti da Greta Thunberg e dagli scioperi dei ‘Fridays for future’.

Noi educatori non possiamo assistere indifferenti agli scioperi e alle manifestazioni dei ragazzi, ma trasformare almeno una giornata al mese in occasione di riflessione, di documentazione, di progettazione di eventi ed azioni concrete: di partecipazione, di sviluppo di progetti per un futuro preferibile e sostenibile. 

Dobbiamo costruire delle iniziative nei nostri paesi cogliendo l’occasione del trentennale della caduta del muro di Berlino (8 novembre 1989) e del trentennale della Convenzione ONU dei diritti dell’infanzia (20 novembre).

Come educatori Freinet dobbiamo operare per la pace, per costruire ponti e abbattere i molteplici muri esistenti nel mondo: muri materiali, muri psicologici. 

Giancarlo Cavinato MCE